Ascolti cantare Andrew Combs e ti ritornano in mente
Townes Van Zandt e Gram Parsons. Ascolti “All These
Dreams” e ti sembra di annegare in un oceano di dolcezza. Il cantautore
texano è uno di quelli che quest’ anno farà sicuramente parlare di sé.
Cresciuto a pane e country rock, il
giovane Andrew Combs si arma di chitarra e inizia a scrivere canzoni; belle
canzoni. Un primo EP nel 2010, seguito a distanza di due anni da un primo vero
album. Ora, giunto al terzo appuntamento, il giovane di Nashville mette tutte
le carte in tavola. Siamo di fronte ad uno di quei dischi belli proprio perché
semplici, efficaci, composto da 11 canzoni capaci di conquistare al primo
ascolto. Brani ricamati di dolcezza e malinconia. Combs ci mette il cuore, piazzando una serie di ballate passionali e avvolgenti,
e si fa apprezzare per una scrittura cristallina e sempre accorta. Quasi non
sbaglia nulla il giovane texano: Rainy
Day Song, Nothing to Lose, Foolin, Pearl, All These Dreams, Month of Bad Habits sono praticamente irresistibili. E poco
importa se spesso gioca a fare il Jackson Browne o il Guy Clark della
situazione: Andrew ha confezionato un disco bello dall’ inizio alla fine, che sarà per molti una piacevole scoperta. Come
lo è stata per il sottoscritto.
Limpido | 8
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