giovedì 12 febbraio 2015

Father John Misty - I Love You Honeybear

In “ I Love You, Honeybear” si respira un’ aria di speranza, di  sregolatezza. Si canta la voglia di vivere insieme, la quotidianità, con quei riferimenti religiosi già presenti  nel precedente “Fear Fun”. C’è poi l’ amore, che rappresenta l’ elemento fondamentale su cui si concentrano  queste 11 bellissime canzoni. Una voce malinconica, profonda. Una cura per gli arrangiamenti meticolosa, attenta. Johs Tillman è tornato finalmente col suo secondo album a nome Father John Misty. Dopo una breve parentesi alla batteria dei Fleet Foxes, l’ artista americano si ripresenta con un lavoro ispiratissimo. Il Josh Tillman di “I Love You Honeybear” è un autore maturo, narrativo, consapevole delle proprie energie. In termini di successo Josh è uno che fin’ ora non sembra aver raccolto tanto, purtroppo. Ma l’ impressione è che presto le cose cambieranno. Sì, perché “I Love You Honeybear” è uno di quei dischi che non passerà certo inosservato; uno di quegli album che ogni volta che lo ascolti ci scopri qualcosa di nuovo. E poi tutto è praticamente ben collaudato e al posto giusto, con un suono corposo e senza smagliature. Il consiglio è quello di mettersi comodi e farsi avvolgere da questa mareggiata di bellezza. Josh fa tutto nel modo migliore possibile. Ne vengono fuori composizioni brillanti, con aperture melodiche incantevoli; canzoni che stanno a metà strada tra il John Grant di “Queen Of Denmark” e il Johnathan Wilson di “Fanfare”. Basteranno le prime note della title track a conquistare il vostro cuore. Partono poi un susseguirsi di canzoni  evocative: Chateau Lobby #4 (in C for Two Virgins) è accecante splendore;  When You're Smiling and Astride Me colpisce nel profondo.  Con True Affection le cose prendono una piega quasi elettronica, mentre The Ideal Husband  sprigiona un sound massiccio, energico. C’è poi l’ estasiante bellezza di Nothing Good Ever Happens at the Goddamn Thirsty Crow  e di Strange Encountere; Bored In The U.S.A è una ballata di quelle che lasciano il segno; Holy Shift è un’ altra bellissima canzone, che improvvisamente esplode in aperture celestiali. La chiusura è affidata all’ acustica I Went to the Store One Da. “I Love You Honeybear” mette in evidenza una sensibilità pop mescolata a un folk intimista. C’è poi un pizzico di gospel sparso qua e là. Una scrittura attenta e struggente, quella di Tillman, capace di non risultare mai troppo smielata. C’è anche una certa voglia di stupire l’ ascoltatore.“ I Love You Honeybear” è un disco magico, sensibile, seducente. L’ impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte ad un album che ci porteremo dietro per anni.

Toccante | 8.5



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