lunedì 18 maggio 2015

Nadine Shah - Fast Food


















Facciamo un piccolo passo indietro: Nadine Shah nasce nel nord dell’ Inghilterra da padre pakistano e madre norvegese. Dopo una serie di EP e live, nel 2013 sforna il suo primo album che raccoglie subito i favori del grande pubblico. “Love Your Dum and Mad”, infatti, ci mostra un autrice matura, dotata di uno stile fascinoso, malgrado il disco non sia di quelli orecchiabili. Un approccio dark che inevitabilmente rimanda a PJ Harvey, Anna Calvi; una scrittura profonda e sempre attenta ne fanno uno degli esordi migliori dell’ anno. Oggi la cantautrice inglese torna ad incantare. “Fast Food” è un disco possente, sagace, con una copertina rosso sangue e canzoni che si insinuano nelle vene. Nessun cambio di prospettiva: Nadine percorre ancora una volta quel sentiero tra intimità e desolazione, con composizioni cariche di una fragilità quasi dolorosa e ritmi ossessivi in cui fanno capolino chitarre taglienti. Blues e post punk dal candore lunare. Il tutto suona inquieto, denso, tragico, enfatico. Meno pianoforte e più chitarre rispetto al precedente album; e questo è un dettaglio non da poco, insomma. Difficile scegliere i pezzi migliori. Splendono su tutti: la title track, Fool, Divided, The Gin One, Big Hands. C’è poi Stealing Cars che fin da subito si classifica tra le canzoni più belle dell’ anno. Nadine Shah si conferma tra le autrici migliori del decennio. 

Cupo | 7.6

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